lunedì 30 maggio 2011

Schweppes: una questione di testimonial

La scelta dei testimonial è cambiata molto nel corso degli anni.
In passato, si tendeva a creare un personaggio ad hoc per un determinato prodotto in modo tale che ne incarnasse i valori.
A un certo volto veniva associato immediatamente quel dato prodotto.
Decisamente azzeccata come scelta. Gli si poteva far fare e dire tutto ciò che si riteneva più efficace ai fini dell'immagine del prodotto, producendo delle pubblicità che erano delle vere e proprie storie che andavano avanti per episodi.

E soprattutto non c'erano nè problemi di awareness né di reputation per la brand, ovvero: scegliendo un personaggio fittizio anziché un personaggio famoso (attore, sportivo, cantante, ecc.) non si rischiava né di creare confusione nell'audience, perché non in grado di abbinare un volto ad un solo determinato prodotto; né ci si doveva preoccupare di eventuali comportamenti nella vita privata di tale personaggio che avrebbero potuto compromettere l'immagine della brand.

Questo pensiero nasce dal nuovo spot della Schweppes, con testimonial Uma Thurman.



Assunto che, da un punto di vista pubblicitario, per me, come immagino per la maggior parte delle persone, Uma Thurman è "fatta della stessa materia di cui sono fatti i sogni"



mi torna in mente la campagna che David Ogilvy in persona ideò per Schweppes, creando il personaggio amatissimo del Capitano Whitehead, che ebbe un grande successo per molti anni:







Ma torniamo alla questione dei vantaggi di NON scegliere un personaggio famoso:

1. awareness

Esempi recenti e italiani di (ab)uso di testimonial:

George Clooney: Nespresso o Fastweb?
Fiorello: Infostrada o Sky?

2. reputation

Esempio (più o meno) recente di brand che hanno abbandonato il proprio testimonial per questioni di reputation:

Pepsi, Gillette, Nike e Tag Heuer hanno dato il benservito a Tiger Woods in seguito allo scandalo delle mille amanti.

Ve ne vengono in mente altri?

2 commenti:

Alessandro ha detto...

certo che me ne vengono in mente...! :-) se non ricordo male, John McEnroe che pubblicizzava non so che lamette per la barba, che dichiarò pubblicamente di non farsi la barba per motivi scaramantici prima delle partite! (ce lo fece notare la nostra prof di Brand Management in una delle prime lezioni)...

abrazos Mentore! :-)

palladipelo ha detto...

il mio pupillo <3

la marca di lamette è Bic razor, ma non trovo la case history. comunque grazie per la segnalazione!