poi c'è il fundraising. e il livello di difficoltà aumenta. parecchio. perché si chiedono soldi.
roba da esperti.
e poi c'è il 5 per mille. non si chiedono soldi. si chiede una firma.
ma nel mare di associazioni a cui si può devolvere il proprio 5 per mille, come distinguersi?
non con l'ennesima mano.
abbiamo capito che la mano ha cinque dita e, oh. wow., cinque. cinque dita. cinque per mille. si firma con la mano.
noia. visto. rivisto. non lo vedi più.
ma c'è di peggio.
un neonato prematuro e sofferente che ti chiede un cinque alto.

pessimo. davvero.
5 commenti:
mapeppiacere indeed.
non consola pensare che queste campagne hanno spesso, purtroppo, molte madri ignote. poche delle quali stipendiate dall'agenzia che firma la campagna.
Perdonami la sfrontatezza, ma nell'ansia di fare un blog "contro", questa volta proprio ti sbagli. Il bambino soffre e chiede aiuto, certo. Ha bisogno di aiuto, di sicuro. Ma oggi, grazie alle cure in ambito perinatale, bambini come questo, di poco più di mezzo chilo, ce la fanno, crescono, e se seguiti bene, non hanno alcun problema durante la loro vita. Ho visto - sto vedendo - piccolissimi che 5 anni fa sarebbero morti, vivere. Capisci cosa vuol dire? VIVERE. Di questo stiamo parlando, non di strategie di comunicazione. Piuttosto, è sbagliato che in pochi sappiano cosa succeda veramente nei reparti di terapia intensiva neonatale; che tutti credano che la garavidanza e il parto siano momenti sempre felici. E quindi anche che che una foto cruda ma VERA, scandalizzi, come tu mi sembri scandalizzato. Questo è un caso di una onlus vera, senza management retributo, fatta solo di volontari, senza costi di struttura, dove tutto viene devoluto all'assistenza. Dove i bambini vengono curati veramente. Solo chi ci è passato veramente dovrebbe permettersi di dire "maperpiacere". Questa volta "per piacere" te lo chiedo io...
ciao
G.
P.S. La foto l'ho fatta io due mesi fa. Il piccolo ripreso quando pesava 600g ora pesa già 1,7 Kg e sta sempre meglio. È ancora ricoverato in patologia neonatale e, grazie all'attività di AISTMAR verrà seguito da un pool multispecialistico fuori dall'ospedale fino all'età di 10 anni.
Caro G.,
prima di tutto questo non è un blog "contro" e non v'è ansia alcuna quando commento in modo negativo O positivo questa o quella campagna.
se ti fossi dato la premura di leggere anche gli altri post, ti saresti accorto che questo è un blog che parla di COMUNICAZIONE.
lungi da me criticare ciò che fanno le onlus e aismar in particolare. qui si tratta solo della mia personale opinione, come addetta ai lavori, su un lavoro di comunicazione di (e lo ribadisco) pessimo gusto.
la tua foto potrà pure vincere un pulitzer decontestualizzata da questa campagna di fundraising, ma se ci scrivi sopra "dammi il cinque" per invogliare la gente a devolvere il proprio 5 per mille, diventa una pagliacciata.
se vi foste affidati a un'agenzia pubblicitaria (molte si offrono di lavorare no profit) il risultato non sarebbe stata una locandina che ridicolizza proprio quel bambino che oggi sta bene grazie a aistmar. perché aistmar sa fare il SUO lavoro e continuasse a farlo, lasciando alle agenzie di pubblicità l'arduo compito di creare una campagna intelligente che riesca ad emergere dal caos visivo delle decine di mani che chiedono il cinque per mille.
faccio i miei migliori auguri a aismar e a tutti i bambini che necessitano di cure.
Lungi da me la volontà di innestare una polemica, soprattutto da ospite su queste pagine. Sono solo curioso di conoscere le determinanti di un parere molto distante dal mio. Innanzitutto chiedo scusa dell'errore: non è il blog "contro", ovviamente, ma il tag "maperpiacere". Anch'io mi occupo di comunicazione e non capisco la tua locuzione "cattivo gusto".
Poco originale? Beh, sicuramente sì, la mano non è certo una novità. Ma quella foto ce la siamo trovata: stavo semplicemente focheggiando per vedere se, nelle difficili condizioni della terapia intensiva, dentro un'incubatrice, avevo abbastnza luce, e lui.. zac.. mi ha alzato una mano che era sotto il lenzuolino. Di lì la scelta - non originale ma quasi obbligata - di utilizzare la mano come richiamo.
Forte? Certamente sì. Per noi che viviamo situazioni di questo tipo tutti i giorni, è l'immagine più normale che ci sia; ma per gli altri può anche essere un pugno nello stomaco. Ma non ci vedo cattivo gusto, perché quel piccolino sta rinascendo, non sta morendo.
Forse ritieni questa foto quasi "pornografica"? Violenta? Ritieni venga strumentalizzato un "dramma" a favore di un bieco interesse economico? Troppo contrasto tra la drammaticità della foto e il claim scanzonato? Certo, nelle posizioni bassissime che riusciamo a ottenere come riempitivo, abbiamo bisogno di un messaggio forte, altrimenti ... Ma l'ultima cosa che vogliamo fare è creare un clima cupo e pietistico attorno all'attività dell'associazione. Alcuni bambini - è la realtà - non ce la fanno; ma la notizia è che sono sempre di più quelli che ce la fanno, è quello che dà la forza di impegnarci. E anche quella - molte volte - di scherzarci su.
In ogni caso, qualsiasi mio o tuo giudizio temo che venga spazzato via da quello dei genitori di questo piccolino, che tifano per lui tutti i giorni e sono fieri che lui abbia "dato una mano" alla campagna. Abbiamo sottoposto il soggetto a loro prima di mandarlo in produzione e non hanno trovato la loro creatura per nulla ridicolizzata ma semplicemente utile. Ci hanno ringraziato, come io ho ringraziato loro.
Allora, perché cattivo gusto? Non posso credere che una persona che vive e lavora nel mondo della comunicazione e dell'advertising possa far parte della categoria di "omologati" che si "scandalizzano". Se ti va, prova a spiegarmi. O se no, non fa niente, non vorrei fare di una pozzanghera un oceano.
Grazie a nome dei piccolissimi per i tuoi auguri che sono certo siano sinceri.
g.
ho cercato di spiegarmi nel post e nella risposta al tuo commento. ci provo ancora.
intanto queste tue domande:
"Forse ritieni questa foto quasi "pornografica"? Violenta? Ritieni venga strumentalizzato un "dramma" a favore di un bieco interesse economico?"
sono cazzate fatte e finite. non ho detto nulla del genere. neanche pensate per un momento. e come "persona che vive e lavora nel mondo della comunicazione e dell'advertising" non mi ha scandalizzato la campagna, ma queste tue domande.
invece la tua domanda:
"Troppo contrasto tra la drammaticità della foto e il claim scanzonato?"
è quella giusta. da un punto di vista tecnico.
l'espressione "dammi il cinque" è quotidianamente utilizzata in tono amichevole, giocoso, a una battuta riuscita o a un risultato di poco conto raggiunto.
accostata ad un'immagine di un neonato prematuro a rischio di vita la spoglia del suo significato e della sua drammaticità e sembra una presa in giro del neonato stesso.
ti faccio un esempio. se al posto del neonato ci fosse la foto della mano di una persona sommersa dalla macerie di un terremoto che chiede aiuto e un'associazione decidesse di utilizzarla nello stesso modo per raccogliere fondi per ricostruire l'area colpita, come pensi reagirebbe la persona in questione? quello sta chiedendo aiuto, sa che sta rischiando di morire (come a modo suo sta facendo il neonato)... e qualcuno ci scrive sopra "dammi il cinque" manco fosse un ragazzino che arriva in piazzetta e saluta gli amici?
da un punto di vista tecnico la campagna in oggetto è sbagliata. poi è ovvio che per voi che l'avete fatta sia corretta, altrimenti non l'avreste fatta. e poco importa che i genitori abbiamo dato il consenso. non sta a loro avere le conoscenze per capire che la campagna è sbagliata, ma sta a chi si occupa di comunicazione tutelare la dignità di quel neonato. e voi, a mio parere, non l'avete fatto. non intenzionalmente, ma avete fatto parlare un neonato prematuro come un truzzo di periferia.
spero a sto giro di essermi chiarita. nessuna polemica, i blog sono fatti apposta per scambiare opinioni e pareri.
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