venerdì 28 marzo 2008

estratti da La parola immaginata di Annamaria Testa

Ho preso l'abitudine di leggere 2 libri contemporaneamente. Di giorno, in borsa, tengo un libro di "settore", la sera, sul comodino, un romanzo.
Dopo la biografia di Ogilvy (io amo quest'uomo) e di Seguelà, in questi giorni, in metropolitana e nella pausa pranzo, sto leggendo "La parola immaginata" di Annamaria Testa.
Nonostante non sia di recente uscita, è un libro ricco di racconti, spunti, insegnamenti e consigli utilissimi per chi è già copywriter, o per chi vuole capire di cosa si tratti. Ha uno stile in cui mi ritrovo tantissimo (ad esempio l'insofferenza per una punteggiatura esagerata. io oooodio i puntini) e ovviamente il libro è scritto in modo magistrale.

Sono a pagina 109 e con la mia matita rigorosamente nera sottolineo sia le parti utili per il lavoro in sé, sia le parti che mi colpiscono dritta al cuore.
Come queste:

"Vedere per la prima volta stampato un annuncio (... ma vale anche per siti, eventi, ecc. n.d.b.) dà una strana sensazione, in cui si mescolano sorpresa e riconoscimento, soddisfazione e timore, possesso ed estraneità. Come quando ti scopri in una foto scattata a tua insaputa, mentre fai un gesto che sai essere tuo ma che non avevi mai visto."

"Nella memoria di un buon copywriter sono depositati modi di dire, intonazioni, meccanismi verbali, suggestioni, suoni, parole rubate per strada, ritmi rubati agli scrittori, dialoghi di film, le battute di Woody Allen e quelle di Totò, didascalie, frammenti di fumetto, e naturalmente headline viste sugli annuali inglesi e francesi e americani."

Lo so, ho un senso del romanticismo un po' distorto...

1 commento:

Flavia Brevi ha detto...

Anche a me piace tantissimo quel libro!