da repubblica.it
Microsoft lancia un'aggressiva campagna contro l'impostazione open source del Web 2.0. E lo fa con un intervento di Ballmer a Milano*.
"Live Mesh" è un servizio che permette al singolo utente di archiviare foto, documenti e altri dati che normalmente sarebbero disseminati su diversi apparecchi (portatili, desktop o cellulari). L'obiettivo è di consentire l'accesso alle proprie informazioni da qualunque luogo e in qualunque momento. Il programma utilizza Internet, e il Web in particolare, come punto di raccolta dati; mantiene sincronizzati tutti i file creati o archiviati dai diversi apparecchi, in modo tale che sul computer compaia, ad esempio, una foto scattata con il proprio telefonino pochi minuti prima.
Grazie a Live Mesh, il colosso di Seattle entra così - seppure con qualche ritardo - a far parte dei big di un mercato in rapida crescita, noto come "cloud computing" (dove per nuvola "cloud" si intende Internet). Il termine si riferisce a quel particolare fenomeno, teorizzato per la prima volta dall'amministratore delegato di Google, Eric Schmidt, nella seconda metà del 2006, per cui nel prossimo futuro si potrà lavorare direttamente sul Web senza dover installare alcuna applicazione specifica sul proprio computer. Applicazioni che saranno, invece, installate in data center, e lì potranno essere costantemente raggiungibili, ad esempio, da qualsiasi computer o smart phone. Ognuno avrà un proprio accesso e quindi la sicurezza di raggiungere le proprie informazioni e solo quelle.
*tutto questo per dire che dovevo esserci anch'io oggi al THE NEXT WEB NOW a San Donato e invece no, devo scrivere testi per cataloghi di prodotti di sottomarca.
evviva la formazione. evviva la crescita professionale. evviva.
mercoledì 23 aprile 2008
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