Parole.
Stampate su carta lucida,
impolverate in pagine ingiallite,
racchiuse dietro un freddo monitor
o scritte a mano su fogli
sparsi sul pavimento.
Puoi sentirne l’odore
e accarezzarne le forme.
Puoi farle tue mentre le leggi,
in metropolitana
o sotto il piumone.
Puoi sottolinearle con una matita
appena temperata
che odora di bosco
in autunno
o lasciare che ti scorrano dentro
per poi abbandonarle.
Parole che saltano fuori da un libro stampato
o scorrono via
dalla mia penna mancina,
lasciando una scia di pensieri
e di inchiostro sbavato.
Parole che insieme possono cambiare qualcosa
o qualcuno
o non significare assolutamente nulla.
Parole che non saranno mai lette…
o forse si.
La costante inquietudine
che nasce dal bisogno di parole
da assaggiare o divorare
e la mia passione è già raccontata.
Scrivere.
È tutto ciò che ho sempre voluto fare
e che sempre farò.
Che tu mi legga.
O no.
Stampate su carta lucida,
impolverate in pagine ingiallite,
racchiuse dietro un freddo monitor
o scritte a mano su fogli
sparsi sul pavimento.
Puoi sentirne l’odore
e accarezzarne le forme.
Puoi farle tue mentre le leggi,
in metropolitana
o sotto il piumone.
Puoi sottolinearle con una matita
appena temperata
che odora di bosco
in autunno
o lasciare che ti scorrano dentro
per poi abbandonarle.
Parole che saltano fuori da un libro stampato
o scorrono via
dalla mia penna mancina,
lasciando una scia di pensieri
e di inchiostro sbavato.
Parole che insieme possono cambiare qualcosa
o qualcuno
o non significare assolutamente nulla.
Parole che non saranno mai lette…
o forse si.
La costante inquietudine
che nasce dal bisogno di parole
da assaggiare o divorare
e la mia passione è già raccontata.
Scrivere.
È tutto ciò che ho sempre voluto fare
e che sempre farò.
Che tu mi legga.
O no.
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