mercoledì 24 novembre 2010

coop, l'acqua e l'antitrust. la guerra continua.

le perplessità sollevate dalla campagna di coop, "acqua di casa mia", non si fermano alla carta stampata e web.

dalla newsletter di spot&web:

L’Adoc ha presentato un esposto all’Antitrust contro la campagna pubblicitaria della Coop soggetto “Acqua di casa mia”, accusando sia ingannevole a danno dei consumatori. L’esposto, dichiara Adoc, tende a bloccare la campagna e a sanzionare Coop in quanto non appare chiaro sia l’oggetto che lo scopo di tali messaggi. Nella pubblicità, diffusa a mezzo stampa, tv e web, secondo Adoc viene proposta una scelta tra l’acqua del rubinetto una volta verificata la sua qualità e l’acqua minerale proveniente da fonti vicine al tuo territorio. Nella prima affermazione non è chiaro cosa si intenda comunicare ai consumatori, che ricevono due informazioni: l’acqua del rubinetto può non essere bevibile e deve essere controllata dal cittadino stesso. Relativamente alla seconda affermazione, nell’espressione “fonti vicine del tuo territorio” non sarebbe chiaro il concetto di vicinanza a Km Zero. L’Antitrust stessa ha rilevato che l’esigenza di ridurre l’inquinamento attraverso una gestione più razionale della distribuzione dei beni di consumo non è idonea a giustificare l’adozione di misure protezionistiche atte a favorire la vendita di prodotti regionali a scapito dei beni concorrenti. Tali messaggi, a parere dell’Adoc, ‘’non costituiscono una comunicazione responsabile di Coop a tutela dell’ambiente ma mirano di fatto a promuovere le acque minerali a marchio Coop e le caraffe filtranti sempre a marchio Coop. Inoltre non forniscono al consumatore un’informazione adeguata, corretta e trasparente e, pertanto, possono definirsi pubblicità ingannevole a danno dei consumatori’. In attesa di conoscere se e come l’Autorità procederà in tal senso, sorge spontanea una domanda: perché non dettare norme più rigorose affinché il vanto ambientale sia chiaramente utilizzabile? Va bene che esistono già molte norme in campo pubblicitario, ma quello della sostenibilità ambientale – per le ricadute diffuse e diverse che genera – è un’area estremamente delicata su cui prudenza e regole sono ingredienti imprescindibili per una comunicazione corretta ed eticamente accettabile.

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